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Carlo da Valfenera è quello che aiuta Asdrubale a rendersi visibile e andare per il mondo me



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...ma per finire, guarda guarda un po' cosa riemerge, dagli abissi del passato:


DIVERTISSEMENT        (ital. di-ver-tiss’man)
Ovvero
IMPRESSIONI DI UN VIAGGIO (*) IN AUTOBUS (**)
e considerazioni accessorie

                                    (agosto 1981)
                                    (scritto così per caso. Giuro, non lo faccio più)


un tubo di ferro infisso nel suolo
regge una lapide di latta
è qui che si attende
ignara esibizione di fiducia nell’universo e nelle sue infinite variabili
che possono anche fare sì
che a volte i motori e le persone funzionino come previsto.

scandagliati i livelli della propria pazienza    [trovati alquanto bassi]
una scatola mobile arriva

sipario pneumatico
che con rumore dispregiativo si spalanca
per rivelare illusoria la presunzione
di insinuarsi nel rilevante numero di corpi sconosciuti
che fa da tappo.

folle determinazione
inserisco me stesso nel protoplasma
per venire trasportato

ovvia compromissione delle mie private sicurezze

oltre il tappo per così dire umano
spazio sufficiente
rapido inventario
ci sono tutto anche il biglietto

doveroso

(il tappo era un manipolo di passeggeri
autonominati difensori del veicolo
nulla di serio normali tragedie)

per non guardare negli occhi
un vecchio speranzoso e mal rasato
alito fetido anche i denti finti sono cariati
alzo lo sguardo
una piastra d’alluminio silenziosa proclama un editto

vietato sputare per terra

a parte che uno sputo
cadrebbe in terra non prima del capolinea
lo sputo è furbo
si aggrappa agli indumenti
se proprio deve cadere
cerca una scarpa
comunque dal cartello si deduce
che scaccolarsi è permesso
il vecchiaccio orribile lo sta facendo

uno sguardo circolare stile “deportato” o “assediato” mi rivela
un varco tra due massaie appiccicose
le forche caudine       oltrepassare oltrepassare
illuso che al di là il mondo sia più bello

il conducente
indubitabile cattiveria
vira a tribordo
la massa fluida e viscosa
non devia dalle leggi della dinamica
ma dalla traiettoria sì
mi acciacca contro un tubo metallico
che han piantato lì per farmi male
e secondariamente per sorreggere
una sorta di cassetta per le elemosine
che invece si chiama
obliteratrice
(avevano finito i nomi
ne hanno inventato uno nuovo difficile
io l’avrei chiamata Cesira)
il doveroso biglietto nell’apposita fessura
tluc-dleng mi ha morsicato via un pezzo di biglietto
e ci ha fatto delle macchie blù
il biglietto non vale più
il biglietto non vale più niente
conservare gelosamente
evitare l’evenienza
che il controllore ti trovi senza

nota storica
il 26 ottobre 1963 il signor Guglielmo G.
venne trovato senza biglietto
e trucidato sul posto
nelle tasche dell’ex signor Guglielmo G.
non si trovò alcun biglietto
i passeggeri convennero che il controllore aveva ragione

30 marzo due anni dopo
stessa linea
un signore anche lui senza biglietto
si suicidò trattenendo il fiato
limpido esempio di senso civico
o tragica mancanza di deodoranti ascellari nei corpi limitrofi

a proposito di corpi limitrofi

un bambino grasso
un giovine scapestrato musicomane
una signora di mezza età
chissà perché mezza
a me sembra che ce l’abbia tutta
due pensionati bocciofili
una zingara cicciona con un vaso di rame
(non è un pitale sarà un portaombrelli
quando è pieno di ombrelli non è carino farci la pipì
anche se gli ombrelli son fatti per essere bagnati
quando è pieno di ombrelli è pericoloso sederci il bambino
per fare il bisognino
meglio togliere prima gli ombrelli
così pure è pericoloso infilarci gli ombrelli
quando c’è il bambino seduto a fare il bisognino
meglio togliere prima il bambino
e magari anche il bisognino)

una vecchietta zoppa
una ragazza brutta
ma non tanto
due bambine zingare
chissà se hanno pagato il biglietto
chissà se i loro pidocchi hanno pagato il biglietto
no se non superano il metro d’altezza
hanno diritto a viaggiare gratis
le bambine zingare hanno l’aria seria
come gli altri come me      almeno la buccia
intanto il mondo di fuori scivola indietro con sobbalzi
le vetrine le auto ferme i passanti le case
tutti scivolano indietro con qualche sobbalzo
quando vedo passare il pezzo di mondo che serve a me
premo l’apposito pulsante per fermarlo
l’autista dice dling
ha capito
il mondo fuori si ferma
il sipario pneumatico sbadiglia
come Giona dalla balena vengo sputato fuori
e la scatola-balena prosegue verso altre spiagge

però

la più grande delle bambine zingare
aveva gli occhi grigi
e belli
con dentro qualcosa di triste.


(* VIAGGIO: nell’accezione comune, traslazione del substrato materiale che inscrive la contingente sensazione di identità personale, da una illusione spazio-temporale largamente condivisa, detta “luogo” ad illusione analoga, con differenti connotazioni, denominata “altro luogo”.)

(** AUTOBUS: essenzialmente, motore a scoppio dotato di essere umano con funzione pilotatoria, appendici locomotorie toroidali, piattaforma di carico e tubi metallici cui il materiale trasportato si può avvinghiare in ottemperanza a disposizione scolpita su apposito cartello. Il complesso produce inquinamento chemio-acustico e contusioni. E’ generalmente considerato un “servizio pubblico”.)